L’ÂGE MÛR NIÉ – Lettere di Camille Claudel

Drammaturgia di Maddalena Mazzocut-Mis
(da Corrispondenza di Camille Claudel - Abscondita edizioni)
Regia: Paolo Bignamini
In scena: Federica D'Angelo
Scene: Francesca Barattini
Aiuto regia: Francesca Barattini, Shantala Faccinetto
Consulenza drammaturgica: Chiara Pasetti – Foto: Ilaria Triolo
Organizzazione: Carlo Grassi
ScenAperta Altomilanese Teatri - Accademia di Alto Perfezionamento Artistico Musicale "L. Perosi"
in collaborazione con: Università degli Studi di Milano - Dipartimento di Beni Culturali e Ambientali
Si ringraziano: Elena Russo Arman; Civita; Mireille Tissier

Creatrice di forme, Camille Claudel lavora con le mani e con il cuore, esprimendo una forza che la
reclusione nell’ospedale psichiatrico di Ville-Evrard, all’età di quarantotto anni, fa emergere con
tutta la potenza distruttrice e alienante. Sì, perché la decisione di non creare più è tanto forte, per chi
ha nella testa e nel cuore “del genio”, quanto quella di creare: forse di più.
Sorella di Paul, assai più noto poeta e drammaturgo, ha la capacità di stargli al fianco senza dover
competere: è scultrice.
All’Accademia Colarossi incontra Auguste Rodin, che le chiede di entrare nel suo atelier.
È l’inizio di una travagliata storia d’amore, forse la parte più nota della sua esistenza. Perché Camille
non crea solo forme, dà le sue forme alle sculture di Rodin e dietro al volto femminile dello
splendido e sensuale Baiser, eccola comparire… Ma lo stile di Camille non è quello del maestro.
Dal 1883 in avanti espone le sue opere a Parigi e il suo nome comincia a circolare.
Scolpisce L’Âge mûr, incarnazione della sua sofferenza, quando il sentimento per Rodin inizia a trasformarsi
in odio, odio infinito, insopportabile, folle.
«Delirio di persecuzione basato principalmente su false interpretazioni e false immaginazioni», la
sua cartella clinica. Muore sola.
Un primo studio teatrale, basato sul materiale drammaturgico ricavato dalle sue lettere, ha debuttato
il 21 novembre 2013 nella Sala delle Cariatidi di Palazzo Reale, a Milano: circondata della opere
della mostra “Rodin. Il marmo, la vita”, l'attrice Elena Russo Arman ha dato voce alla travagliata
esperienza biografica di Camille Claudel.
“ L’Âge mûr nié – Lettere di Camille Claudel” è l'evoluzione di quello studio: in scena, Federica
D'Angelo affronta un corpo a corpo con le parole delle lettere della scultrice, un dramma che si tinge
di aspirazione, sfrontatezza, passione, dolore.
Medusa che pietrifica con lo sguardo, sospesa tra i ricordi, la nostra Camille vaga tra le luci del suo
passato e chiama in causa il pubblico. Ci osserva: la sua vicenda, da biografica, diventa assoluta e
inchioda chi guarda alla responsabilità di spettatore.

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ESTRATTI DALLA RASSEGNA STAMPA

La Gorgone di Parigi 
In scena una Camille stanca di questa lotta per emanciparsi racconta e rievoca il suo passato, le discussioni col fratello Paul e i litigi coll’amante, con tutta l’energia e la freschezza che la giovane interprete Federica D’Angelo dona al personaggio, compito non facile dopo la profondità dell’interpretazione che Isabelle Adjani ne ha dato nella pellicola del 1988. Anche la regia coordina sapientemente musica e luci per rendere credibile ed efficace l’ambientazione surreale della pièce.
Giulio Bellotto, http://parlandodiultimaluna.wordpress.com/tag/camille-claudel/

Vite parallele di Camille Claudel e Antonia Pozzi. Artiste. Eroine?
L’attrice ripercorre le tappe del burrascoso rapporto tra i due artisti e poi della lunga degenza di lei in manicomio recitando brani di lettere. Ogni tanto s’infila nei capelli una spia luminosa, quasi a invocare una sorta di catasterismo (ovvero trasformazione in stella) per l’eroina che interpreta e nei momenti più intensi accompagna la languida Charlotte Gainsbourg in Time of the Assassins. Alla fine calorosi applausi dal folto pubblico, in gran parte composto da donne…
Saul Stucchi, http://www.alibionline.it/vite-parallele-di-camille-claudel-e-antonia-pozzi-artiste-eroine/

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